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al testo di Paolo Mazzocchini
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Teglie, bicchieri, piatti piani o fondi scendono dalle tue mani nella credenza, nei cassetti, ciascuno al posto stabilito da dove con la stessa implacabile pazienza li evocherai domani. Gli oggetti che il tuo occhio nomina ad uno ad uno tu li annodi al sortilegio del ritorno eterno, come il garbuglio della vita pare s’attorcigli e si sdipani nella spirale senza capo né coda della notte e del giorno. A questa vicenda ordinata di stoviglie mi appiglio oramai di giorno in giorno, di momento in momento, persuaso che non potrai per amore mai spezzare il filo di questo incantamento. |
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